Luigi
Scanagatta, primo dei due figli di Francesco e di Mellera Giuseppina, nacque
l’11 marzo 1914 in uno degli edifici affacciati sulla piazza principale di
Varenna, dedicata a San Giorgio. Data la condizione di discreta agiatezza della
famiglia, composta di negozianti e pescatori, ebbe la possibilità di studiare
fino al conseguimento del diploma di maestro.
Basterebbe
scorrere il suo ricco epistolario, una fitta corrispondenza intercorsa
nell’arco di quarant’anni con illustri studiosi italiani e stranieri, per rendersi
conto di quale acuto osservatore e profondo conoscitore della storia naturale
fosse Luigi Scanagatta. In lui, la perenne curiosità dell’appassionato era
associata alle capacità di rigorosa analisi e brillante sintesi indispensabili
all’uomo di studio; al ritorno dalle assidue escursioni in cui amava
investigare sui più disparati aspetti della natura nel nostro territorio, ogni
volta che libri e trattati non bastavano a soddisfare la sua inestinguibile
sete di sapere non esitava a comunicare i propri interrogativi ai migliori
specialisti, con i quali discuteva con una competenza e una franchezza che lo
mettevano in grado, all’occorrenza, di rettificare le eventuali inesattezze dei
pur autorevoli interlocutori.
Oltre a conoscere
come nessun altro la flora e la fauna del gruppo delle Grigne dal punto di
vista scientifico, sapeva approfittare anche nella pratica delle proprietà benefiche
di molte piante locali, mettendo generosamente a disposizione di tutti un buon
numero di preparazioni frutto della sua personale esperienza nel campo
dell’erboristeria.
Devoto
cattolico, allo scopo di raccogliere fondi per
iniziare i restauri della trecentesca chiesa di San Giorgio a Varenna si
fece convincere, nel 1956, a partecipare a un’avventura molto lontana dal suo
modo di vivere e pensare. Si presentò così alla prima trasmissione di quiz della
televisione italiana, la celeberrima “Lascia o raddoppia?” condotta da Mike Bongiorno.
Nella storia del programma fu l’unico concorrente che rispondesse contemporaneamente
a domande su ben tre argomenti diversi: ornitologia, malacologia, flora alpina.
Quando “cadde”
– o venne fatto cadere – sul numero delle dita della Pivieressa, l’opinione
pubblica e la stampa italiane si divisero pro o contro Scanagatta. Non va
nascosto che il nostro appariva come un personaggio piuttosto scorbutico, poco adatto
a un programma televisivo; sta di fatto che gli avvocati della RAI, onde
evitare un suo ricorso contro l’ambiguità della domanda finale (la quale si
prestava a diverse interpretazioni), proposero un accordo economico tale da
soddisfare le finalità filantropiche del nostro compaesano, che accettò (1).
Nel 1962
Scanagatta, insieme con l’allora presidente della Pro Loco Ugo Maloberti,
decise di costituire un primo nucleo di quello che in seguito sarebbe diventato
il Museo Ornitologico intitolato al suo nome.
Luigi
Scanagatta morì improvvisamente il 14 maggio 1977, ma la sua passione per la
natura non si esaurì con la sua scomparsa: a Varenna, il suo nome e la sua
memoria continuano a vivere in modo fattivo nel C.R.O.S. – Centro Ricerche
Ornitologiche Scanagatta – e nell’Associazione Culturale “Luigi Scanagatta”.
(1)
“Varena seu
Insula Nova”, Vol. I