La famiglia Serponti tra industria,
paesaggio, musica e architettura
I Serponti, di probabili origini teutoniche, furono già in tempi remoti
tra i più influenti casati lariani. Complici i loro interessi mercantili e il
loro arguto appoggio al governo visconteo, i Serponti furono beneficiati a fine
Trecento della cittadinanza milanese e di importanti dotazioni immobiliari a
Bellano e Chiavenna. Ben presto la preminenza sociale della famiglia,
saldamente rimasta ancorata all'avita Varenna, convinse i suoi esponenti
(grazie anche a una serie fortunata di cospicue eredità pervenute per
l'estinzione di altri rami del casato) a guardare verso Milano, dove si
trasferirono definitivamente dal primo Seicento. Fu l'inizio di una costante ascesa
caratterizzata da importanti incarichi e ruoli governativi, culminata con
l'acquisto del titolo di marchesi di Mirasole (1691) che sancì, insieme
alla qualifica comitale concessa per amicizia dal duca di Modena nel 1720, il
loro ingresso ufficiale nel circuito aristocratico. Agli antichi legami con
dinastie preminenti ma locali come gli Airoldi e i Manzoni seguirono ben presto
quelli con le maggiori dinastie del ducato meneghino: Cigogna, Durini,
Caravaggio, Cagnola, Tosi. Al di là delle questioni genealogiche, le vicende
del casato acquistano interesse per il legame con più ampie tematiche. Come
l'interesse per lo sviluppo di attività manifatturiere - metallurgiche,
cartarie e olearie - espresso con particolare rilevanza da Angelo Serponti
(1750-1802), lo stesso che curò la riforma della vecchia dimora di Varenna
dotandola di scenografico giardino piramidale sul quale in seguito gli
Isimbardi fondarono l'attuale Villa Cipressi. Paesaggio e arte trovano
efficace espressione sia nel legame familiare con i noti architetti neoclassici
Luigi Cagnola e Felice Pizzagalli; che nelle bucoliche villeggiature di
Trecate, Vimercate e Germanedo di Lecco. Musica e cultura si intrecciano invece
nel valente pianista e compositore Gian Raimondo Serponti (1846-1907), vicino
all'ambiente scapigliato e molto amico di Antonio Ghislanzoni. Con lui, ultimo
discendente diretto della stirpe, si concluse la secolare vicenda del casato
lariano.
Francesco D’Alessio